Verdure a rischio di microplastiche presenti nei terreni agricoli | Ohga!

2021-11-22 15:02:18 By : Ms. Candice Zhuo

Polipropilene, polietilene, cloruro di polivinile e polietilene tereftalato, meglio conosciuti come microplastiche. Sono minuscoli frammenti di plastica non riciclabile che ormai sappiamo essere la principale causa dell'inquinamento dei mari e degli oceani. Si chiamano microplastiche proprio perché originano dalla frantumazione di materiale plastico, ma sarebbe riduttivo pensare che derivino “solo” dalla degradazione di oggetti di plastica gettati in mare (sacchetti di plastica, bottiglie, reti da pesca, ecc.) : le microplastiche si formano anche dall'abrasione dei pneumatici durante la guida o aggiunte intenzionalmente ai prodotti per la cura del corpo. In poche parole, sono ovunque.

A preoccupare quindi non sono le microplastiche che ogni anno finiscono in mare, ma anche tutte quelle microplastiche presenti nell'ambiente, e quindi nei terreni dove vengono coltivati ​​gli alimenti che forniscono il principale nutrimento all'uomo.

Lo studio "Impatto delle microplastiche su crescita, fotosintesi ed elementi essenziali in Cucurbita pepo L." pubblicato sul Journal of Hazardous Materials e coordinato da ricercatori del Dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze in collaborazione con il team del Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Siena e dell'Univerza v Novi Gorici, ha evidenziato gli effetti delle microplastiche su piante comunemente coltivate nell'orto. La protagonista, se così si può dire, dello studio è stata forse una delle piante più apprezzate e coltivate al mondo: la zucchina.

“Il costante rilascio nell'ambiente e la bassissima degradabilità dei polimeri plastici è un problema globale - ha dichiarato Cristina Gonnelli, capo dell'unità di ricerca dell'Università di Firenze -. Ad oggi, il tasso di decomposizione di micro e nanoplastiche (cioè frammenti e particelle più piccole fino a <0,1 μm) nel suolo è piuttosto sconosciuto e si presume che la loro persistenza e accumulo stiano innescando un impatto drammatico sugli organismi. vivendo, è quindi necessario capire quali effetti innescano queste sostanze sulla crescita delle piante di cui ci nutriamo”.

Nell'ambito dello studio, è stata scelta la variante più comune di zucchina, Cucurbita pepo, per testare gli effetti delle quattro microplastiche più presenti nel suolo (polipropilene, polietilene, polivinilcloruro e polietilentereftalato), in particolare nei terreni agricoli. Le zucchine sono state coltivate in condizioni controllate di luce e temperatura, in vasetti di vetro dove è stato posto del terreno misto a concentrazioni crescenti di microplastiche, somministrate separatamente per valutare il livello di tossicità di ogni singolo tipo di materiale.

Lo studio ha evidenziato come tutte le microplastiche "utilizzate" ai fini della ricerca abbiano portato a una riduzione della crescita delle piante, una variazione nell'assorbimento dei nutrienti e anche una diminuzione dei parametri fotosintetici. In particolare, il PVC (cloruro di polivinile) è stato identificato come il materiale più tossico per lo sviluppo delle piante. Lo studio, tuttavia, non si esaurisce con questi risultati. Resta da valutare quali implicazioni possano avere le microplastiche sulla commestibilità del vegetale, aspetto da non sottovalutare per lo stato di salute umana.